Fa caldo, si suda sui soliti pezzi ballati, noi altri accalcati.
Rollata, conati, kebabbi rollati, gli impezzi passati archiviati.
Quando arrivai, mi sento alle Hawaii, è quel che pensai,
ma adesso saluto, mi alzo, "ma come, già vai?"
Restare tranquilli, la musica avanza, il volume si alza,
una faccia lontana che parla, ti incalza
vorrebbe che tu parlassi dei tuoi studi,
quali progetti hai, in che cosa ti vedi?
Tu non rispondi, sorridi, la eludi.
Pensi all'odor del terriccio, ai piedi nudi,
l'odorei dei fossi, dell'erba tagliata,
la colonia d'estate, l'uva pigiata,
lavorare con tuo nonno in vigna, una mano,
un colpo solo taglia la legna.
Ti alzi, ti scusi, cordiali saluti
in nove metri quadrati di cella,
convenevoli appena accennati
li lasci con la loro favola bella,
fatta di cassa dritta, bamba ed erba,
alcool scadente e luci soffuse,
e oggi li illude ma ieri mi illuse.
È tardi, le quattro, si parla dei pezzi ascoltati.
Gli esami li ho odiati, li ho dati, passati, cartoni di pizza svuotati.
Quando arrivai, mi sentivo alle Hawaii, è quel che pensai,
ma adesso mi alzo, saluto, "perché te ne vai?"
Restare tranquilli, la musica avanza, il volume si alza,
una faccia lontana che parla, ti incalza
vorrebbe che tu parlassi dei tuoi studi,
quali progetti hai, in che cosa ti vedi?
Tu non rispondi, sorridi, la eludi.
Pensi all'odor del terriccio, ai piedi nudi,
l'odorei dei fossi, dell'erba tagliata,
la colonia d'estate, l'uva pigiata,
lavorare con tuo nonno in vigna, una mano,
un colpo solo taglia la legna.
Ti alzi, ti scusi, cordiali saluti
in nove metri quadrati di cella,
convenevoli appena accennati
li lasci con la loro favola bella,
fatta di cassa dritta, bamba ed erba,
alcool scadente e luci soffuse.
Restare tranquilli, la musica avanza, il volume si alza,
una faccia lontana che parla, ti incalza
vorrebbe che tu parlassi dei tuoi studi,
quali progetti hai, in che cosa ti vedi?
Tu non rispondi, sorridi, la eludi.
Pensi all'odor del terriccio, ai piedi nudi,
l'odorei dei fossi, dell'erba tagliata,
la colonia d'estate, l'uva pigiata,
lavorare con tuo nonno in vigna, una mano,
un colpo solo taglia la legna.
Vorresti tornare a casa lontano,
guardare un film, sdraiarti o dormire,
lasciare che siano loro a finire,
tu ti senti stanco, annoiato, satollo,
della voglia di festa non rimane più nulla.
Ti alzi, ti scusi, cordiali saluti
in nove metri quadrati di cella,
convenevoli appena accennati
li lasci con la loro favola bella,
fatta di cassa dritta, bamba ed erba,
alcool scadente e luci soffuse,
e oggi li illude ma ieri mi illuse.
Inspired by a move from Australia to Paris, Jack Grace's latest bridges singer-songwriter tradition with post-rock and electronic styles. Bandcamp New & Notable Aug 4, 2021